Ci sono alcuni casi particolari in cui il palato, invece di agire come un “coperchio” per i denti dell’arcata inferiore, si presenta alterato. Quando per esempio sporge leggermente all’esterno in senso laterale e anteriore, risultando più stretto da entrambi i lati, oppure se è asimmetrico o, ancora, se presenta una forma a V che si stringe verso i denti inferiori. Immaginatevi di mettere un coperchio troppo piccolo ad una scatola…
Ecco che se il palato non si sviluppa correttamente può risultare necessario riequilibrare la chiusura delle arcate espandendolo.
Quando nasciamo, il mascellare superiore si compone di due metà ossee in contatto al centro del palato con una sutura: la cosiddetta “sutura palatina mediana” che può crescere fino ad aumentare la larghezza dell’osso.
Durante lo sviluppo, fino ai 16 anni circa, questa sutura del palato cresce influenzata da vari fattori. Sono la spinta di lingua, guance e labbra, il tipo di deglutizione, lo stimolo della respirazione nasale, o le abitudini viziate come il succhiamento del ciuccio o del dito, che agiscono in combinazione a fattori ereditari. Queste condizioni possono influenzare lo sviluppo delle basi ossee dando origine a una malocclusione, causata dall’errata posizione dei denti, delle ossa o di entrambi con un possibile deficit a carico del mascellare superiore.
Per ogni dubbio è sempre meglio rivolgersi a uno specialista che potrà valutare anche bambini molto piccoli, perché il palato stretto è diagnosticabile precocemente. Tuttavia, in alcuni casi evidenti è possibile per esempio osservare alcuni segnali. Si possono notare un’arcata superiore stretta lateralmente, degli incisivi che sporgono troppo o troppo poco, o notare che gli incisivi non hanno lo spazio sufficiente per erompere regolarmente.
In questi casi è necessario allargare il palato per dare armonia alle sue proporzioni rispetto a quelle della mandibola e creare spazio affinché gli incisivi erompano correttamente.
È importante che la diagnosi dell’ortodontista, e il successivo intervento, avvengano precocemente, ovvero quando lo stadio di accrescimento del palato non sia terminato. In questo modo l’ortodontista potrà modificare la situazione occlusale migliorando la posizione di ossa e denti.
A questo punto lo specialista sceglierà, in base all’età del paziente, al suo stadio di sviluppo, alla permuta dentaria e allo stato di salute della bocca, in che modo espandere il palato.
Il dispositivo ortodontico di elezione è l’espansore rapido palatale: un apparecchio che viene fissato ai molari da latte o definitivi. È dotato di una vite al centro che, durante la fase attiva, deve essere girata a casa con un’apposita “chiavetta”. Il paziente viene controllato dallo specialista ogni 7-14 giorni. Generalmente l’attivazione dura poche settimane, mentre l’espansore viene mantenuto per un periodo di alcuni mesi (da 6 a 9 circa, variabili da caso a caso) così da stabilizzare i risultati ottenuti.
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