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Bite dentale: Cos'è a cosa serve e quali controindicazioni 

Il bite dentale è una placca occlusale in resina acrilica realizzata in materiale rigido. Sono rari i casi in cui vengono impiegati bite morbidi. La scelta della resina acrilica come materiale di elezione è conseguente alla sua durabilità, comfort e facilità di pulizia. 

In questo articolo capiremo a cosa serve esattamente il bite per i denti e quali tipologie sono in commercio. 

 

A cosa serve il bite dentale? 

Il bite ha la funzione di risolvere i problemi dell’apparato masticatorio legati al digrignamento dei denti, alla dislocazione mandibolare, alla malocclusione dentale e al russamento. In base alla patologia da trattare si utilizza di notte o tutte le 24 ore, togliendolo solamente per mangiare. Il bite ripete la forma dell’arcata sulla quale è posizionata, è di spessore variabile tra i 2 e i 6 millimetri, può essere liscio o indentato; quindi, non si deve confondere con le semplici mascherine. È posto tra le due arcate dentali e la durata del trattamento è variabile a seconda alla tipologia di problema da trattare. 

È possibile indossare il bite sia nell’arcata superiore che inferiore. Oggi, tuttavia, la tendenza è quella di realizzare più frequentemente bite mandibolari, posti nell’arcata inferiore, perché consentono un’estetica migliore in quanto meno visibili, garantiscono maggiore facilità nella fonetica e nella pronuncia delle parole e lasciano libera l’arcata superiore.


Com’è fatto e come viene costruito un bite? 

È lo specialista gnatologo che, avendo competenze specifiche relative alle articolazioni della bocca, dei muscoli della mandibola, della faccia e delle parti del corpo connesse tra di loro in queste patologie, può individuare i disturbi da trattare con il bite e definire la tipologia necessaria. 

La bocca, i denti, i muscoli, e le ATM (le articolazioni tramite le quali la bocca si apre e si chiude e che sono poste davanti all’orecchio) sono collegate al sistema posturale. Ecco perché posizioni dentali sbagliate, o patologie delle articolazioni temporo-mandibolari possono provocare in modo detto discendente (dalla testa ai piedi) disturbi e dolori muscolari anche in parti del corpo lontane dalla testa come la schiena.

Se sul mercato si possono reperire anche bite dentali standardizzati e preformati (preconfezionati), come medici odontoiatri ci sentiamo di consigliare vivamente la realizzazione di bite personalizzati, ovvero realizzati specificamente sulla bocca del paziente mediante la presa delle impronte e l’analisi approfondita della patologia da trattare. Spesso, infatti, i bite preformati vengono impiegati dal paziente senza un’effettiva diagnosi ma, se sono presenti problematiche come la dislocazione del menisco la condizione patologica può drasticamente peggiorare. 

Chiaramente la diagnosi deve essere formulata dal medico gnatologo mediante una visita accurata e approfondita – visita gnatologica – spesso coadiuvata da test di tipo posturale per valutare il paziente nel suo insieme. In associazione a questo egli si avvale anche di un esame diagnostico fondamentale che è la risonanza delle articolazioni temporo-mandibolari.

Considerate le necessarie indagini diagnostiche eseguite sul paziente, è chiaro come il bite sia effettivamente un sistema terapeutico individualizzato. Esso è realizzato su misura dal medico dentista non soltanto grazie alla presa delle impronte della bocca, ma considerando anche la risonanza, studiando la radiografia panoramica, la teleradiografia e applicando un iter diagnostico che consente di capire qual sia il bite più corretto alla particolare patologia da trattare. Oltre all’impronta dentale, si eseguono test specifici che riproducono i movimenti della mandibola e le relazioni delle varie parti della bocca, grazie a uno strumento specifico chiamato articolatore. 

Alla realizzazione del bite seguono delle fasi di laboratorio per garantirne la perfetta aderenza alla bocca del paziente.

In caso di rottura, il bite potrà esser riparato dall’odontotecnico con lo stesso materiale con cui è stato realizzato.


Quanti tipi di bite esistono? 

I bite dentali presenti sul mercato si differenziano in:

  • Bite personalizzati: realizzati su misura dal dentista dopo un’accurata diagnosi e la presa delle impronte (consigliati);
  • Automodellanti: sottoforma di mascherine termoplastiche, si modellano in acqua calda per adattarle all’arcata dentale
  • Preformati: dalla forma preconfezionata, si tratta di placche in resina standardizzate


Quando usare il bite dentale? 

Il bite dentale può essere un valido dispositivo per trattare differenti problemi che interessano più distretti corporei. Una visita specialistica dal medico gnatologo può intercettare la problematica specifica e, in certi casi in collaborazione con altri specialisti, valutare il bite e la terapia più adatti.

Bruxismo:

Per esempio, chi digrigna i denti (bruxismo) può avere dolori a collo, spalle, cefalee muscolo tensive, acufeni e vertigini. Pertanto, si originano sintomi complessi collegati alla bocca che ha una funzione alterata. Compaiono inoltre usure dentali, denti che si muovono, problemi allo smalto, sensibilità a caldo e freddo, predisposizione alla carie, fratture e perdita di elementi dentali. 

Il bruxismo è infatti un serramento o digrignamento involontario dei denti. È legato sicuramente a fattori di stress e molti studi cercano tutt’oggi di dimostrare questa teoria, sebbene non si abbia ancora una conferma certa del motivo da cui il fenomeno del bruxismo tragga origine. 

In realtà possiamo differenziare il digrignamento diurno da quello notturno. 

Il digrignamento notturno è un atto involontario su cui non si interviene per ostacolarlo, piuttosto si impiega un bite che protegge i denti dall’azione meccanica del bruxismo. Il serramento o lo strisciamento dei denti durante il giorno, va invece considerato come un automatismo di cui il paziente non è consapevole. In questo caso è un atto che può essere riportato sotto la sua volontà se egli diventa consapevole dell’atto stesso attraverso un iter definito con il proprio dentista. 

Il bite più frequentemente impiegato per intervenire sui fenomeni di bruxismo notturno è un bite rigido che ha una serie di obiettivi:

  • mantenere uno spazio tra i denti 
  • scaricare la forza esercitata dai muscoli sulla placca di resina, salvaguardando i denti
  • cercare di rilassare i muscoli mandibolari e cervicali 
  • preservare lo stato dei denti impedendo l’aggravarsi del loro deterioramento

poiché il continuo sfregamento notturno comporta un’abrasione dello smalto, un conseguente abbassamento dell’altezza verticale dei denti con dolori che compaiono spesso anche a livello cervicale.


Riposizionamento condilo-mandibolare:

All’interno delle articolazioni della bocca, c’è un piccolo disco, o menisco, come quello che abbiamo nelle ginocchia, che talvolta si può spostare dalla sua sede facendo comparire rumori, definiti click. Se invece, il menisco si sposta totalmente dalla sua sede, compaiono dei blocchi, ovvero il paziente non riesce ad aprire completamente la bocca. A volte la limitazione funzionale in apertura è anche inferiore ai 2 cm con grande dolore alle articolazioni, spesso in associazione a cefalea, dolore all’orecchio e al collo. 

È chiaro che nelle varie patologie i bite cambiano la loro forma e l’altezza, pertanto possiamo avere:

  • bite di ricattura che serve quando il menisco si è leggermente spostato dalla sua sede 
  • bite di distrazione quando è presente molto dolore da compressione dell’articolazione

 

Russamento:

può esser causato dalla presenza di patologie croniche come le apnee notturne, da problemi nasali come la deviazione del setto, da una sinusite o dalla presenza di polipi nasali. Anche l’alterazione dell’anatomia della gola o del cavo orale come per esempio l’ingrossamento di tonsille, adenoidi o della base linguale può portare a sviluppare il disturbo del russamento. 

Il russamento, o le OSAS (dall’inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome – ovvero Sindrome da apnee ostruttive del sonno) sono trattate con dispositivi specifici di avanzamento mandibolare realizzati con due bite posizionati sia nell’arcata superiore che in quella inferiore, collegati tra loro, che, tuttavia, si configurano come un dispositivo atto a trattare le patologie del sonno più che come bites.


Malocclusione: 

certe malocclusioni possono determinare la mancata centratura della mandibola con delle deviazioni dalla sua posizione normale che nel tempo possono provocare alterazioni all’ATM (articolazione temporo-mandibolare). Più frequentemente sono: morsi crociati di uno o più elementi dentali, morsi profondi, alterazioni nella posizione di alcuni denti che creano dei contatti alterati. Se queste malocclusioni portano dolori all’ATM, generalmente si trattano con un bite specifico, nella fase iniziale, per poi proseguire, ove possibile, con la terapia ortodontica della malocclusione.


Mal di schiena:

Nel caso di problematiche legate alla bocca, con effetti discendenti sul corpo e che condizionano la posizione di spalle e collo, in certi casi il bite può avere effetti positivi nella riduzione del dolore alla schiena. 


Post terapia con apparecchio

Se al termine della terapia ortodontica, il paziente digrigna i denti, si può proseguire con un bite, più frequentemente nell’arcata superiore che funge anche da contenzione ortodontica.


In caso di Acufeni

In alcuni casi, soprattutto se il paziente è affetto da serramento dentale, e ha acufeni si può fare un tentativo terapeutico con il bite per ottenere un miglioramento della patologia.


Bite dentale nei bambini: quando utilizzarlo? 

Per quanto riguarda il bambino generalmente non si parla mai di bite rigidi. Il problema del digrignamento in tenera età compare in alta percentuale e può generare spesso cefalee non correttamente correlate alla presenza del fenomeno in bocca, soprattutto durante la notte. 

Nel bambino si preferisce quindi non impiegare bite rigidi perché, con una situazione occlusale in continuo cambiamento non è possibile impiegare un mezzo statico tra le arcate. Più frequentemente l’orientamento è verso l’utilizzo di apparecchiature in resine morbide modellabili dette bioattivatori.

Definiti elastodontici, in quanto dispositivi funzionale ortodontici e ortopedici, intervengono a livello neuro muscolare, occlusale e posturale, consentendo di riequilibrare globalmente la postura e la crescita dell’intero apparato buccale, contribuendo inoltre al ripristino di una corretta respirazione nasale e posizione linguale durante la deglutizione in modo mini-invasivo con forze leggere. I bioattivatori vengono impiegati di notte, sono ben tollerati anche in bambini molto piccoli e sono privi di ancoraggi fissi sui denti da latte che possono pertanto seguire il loto naturale ciclo di sostituzione con i denti definitivi.


Quanto costa un bite dentale? 

Il prezzo di un bite può variare notevolmente in base alla problematica dentale da risolvere e ai materiali impiegati per la sua realizzazione che, tuttavia, garantiscono una durata e un confort più elevati. La realizzazione del bite personalizzato è certamente più costosa rispetto a un bite standardizzato, reperibile in commercio, poiché implica costi come la tecnologia impiegata per la presa delle impronte, l’elaborazione del modello, il montaggio in articolatore e lo studio del caso. I vantaggi dell’utilizzo di un bite personalizzato sono tuttavia evidenti e confermati. 


Pulizia bite dentale 

La pulizia del bite deve esser eseguita quotidianamente con uno spazzolino dalle setole morbide (meglio se dedicato esclusivamente a questo utilizzo) e dentifricio non abrasivo o sapone neutro.  Esistono in commercio anche soluzioni liquide studiate appositamente per questo scopo.

È assolutamente sconsigliata l’immersione del bite in soluzioni come l’amuchina, l’anticalcare o similari, la sua bollitura o lavaggio in lavastoviglie. 

Bite dentale notturno: Cosa c’è da sapere? 

In caso di bite notturno, prescritto a protezione dei denti in caso di digrignamento, non sono presenti controindicazioni legate al suo utilizzo. È tuttavia importante monitorarne sempre lo stato di usura, così da garantirne una perfetta adesione all’arcata dentale, e l’igiene per evitare il proliferare di batteri.


Controindicazioni bite dentale 

Il bite è un dispositivo semplice da utilizzare e da mantenere pulito. Non va, tuttavia, scordato che l’utilizzo di una placca occlusale interferisce con le forze e l’equilibrio presente in bocca. Questo conferma la necessità di scegliere un bite realizzato a regola d’arte da uno specialista che ha studiato il vostro caso specifico e vi consegna un bite bilanciato che vi eviterà possibili disturbi muscolari o un peggioramento della sintomatologia, mal di testa e altri fastidi. 

Se un bite non è ben aderente o calibrato potrebbe dar origine a piccole irritazioni che coinvolgono lingua, guance o le labbra o far comparire piccole afte nella mucosa della bocca.

Sono tutti piccoli disturbi facilmente risolvibili con un dispositivo realizzato su misura e periodicamente valutato dal dentista gnatologo relativamente alla corretta occlusione dentale. 

In casi accertati di allergia ad alcune componenti del bite, come per esempio i metacrilati, è importante che il paziente avvisi il medico dentista per valutare i materiali ipoallergenici più adatti per la costruzione del dispositivo. Possono originarsi anche alcuni casi di iposcialia, presente in alcune sindromi di tipo immunologico, che causando secchezza nelle mucose orali, può provocare intolleranza ai dispositivi protesici. 


Quanto dura un bite dentale
 

Un bite ben mantenuto e accuratamente lavato può durare anche anni se l’azione di strisciamento dei denti non va a intaccare la superficie creando abrasioni e solchi, difficili da detergere correttamente, o il suo assottigliamento. 



Orari di apertura

  • Lunedì – Venerdì       8:30 > 19:00
  • Sabato 9:00 > 13:00 su appuntamento
  • Chiuso la domenica

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