Scoprire che il proprio figlio digrigna i denti può innescare nel genitore numerosi interrogativi sulle cause che hanno scatenato questa patologia e in che modo sia possibile intervenire.
Gli episodi possono interessare oltre il 30% dei bambini e iniziare con lo spuntare dei denti da latte ma, in molti casi, ridursi progressivamente con l’arrivo dell’età adulta.
Il bruxismo nei bambini si verifica esattamente come negli adulti, ovvero con il serramento energico delle mascelle o il digrignamento involontario dei denti. L’effetto dello sfregamento delle due arcate dentali tra loro può provocare una serie di disturbi e problematiche, dette discendenti, sul corpo che ne richiedono la valutazione e la cura.
Solitamente i bambini iniziano a presentare questo disturbo quando erompono i denti da latte, con un’incidenza maggiore attorno ai 6 anni, fino a interessare più del 30% dei bambini. In alcuni casi con la crescita il fenomeno tende a scomparire spontaneamente.
Se il bruxismo si presenta in forma piuttosto severa, esso rappresenta una vera e propria disfunzione che può avere conseguenze negative a carico sia dei denti che dei distretti di testa e collo.
È importante distinguere il momento della giornata in cui avviene il digrignamento dei denti poiché il bruxismo diurno ha implicazioni differenti rispetto alla presenza dello stesso fenomeno di notte, ovvero quando si parla di bruxismo notturno.
Il Bruxismo diurno è un fenomeno abbastanza raro, spesso osservabile in associazione ad alcune patologie del neuro-sviluppo come per esempio…
Il Bruxismo notturno è la forma più diffusa in età pediatrica anche se manca di test specifici per la conferma scientifica delle sue cause. Solitamente viene diagnosticata grazie al racconto dei genitori che percepiscono il rumore prodotto dal digrignamento nel sonno, e attraverso l’esame obiettivo della bocca che presenta un’eccessiva usura dentaria localizzata principalmente su canini e incisivi, con nei casi più severi, un’aumentata sensibilità al freddo e al caldo.
Altri sintomi che possono far ipotizzare la presenza del bruxismo sono la tensione muscolare, associata in alcuni casi a dolore, a livello mandibolare magari in modo particolare al mattino, la presenza di un’elevata percentuale di cefalee, in casi più rari l’ipertrofia dei muscoli masticatori.
In alcune circostanze al genitore capita di osservare anche altri segnali come un sonno agitato con movimenti continui, sudorazioni apprezzabili ed enuresi notturna, che potrebbero essere sintomi di un disturbo noto come OSAS – Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (o apnee notturne), che è necessario indagare con un apposito esame chiamato polisonnografia. Spesso, questo fenomeno, strettamente correlato al bruxismo, è conseguenza dell’ipertrofia di adenoidi e tonsille che interrompono il flusso di aria durante il sonno a causa dell’ostruzione a carico delle vie aeree superiori.
Considerando il caso del bruxismo notturno, si può affermare che le cause effettive e conclamate della patologia non siano ancora chiare, tuttavia, è possibile considerare alcuni fattori come strettamente connessi alla sua manifestazione.
Sicuramente tra questi troviamo:
– fattori psicologici come stress e ansia che possono innescare il bruxismo. Accede spesso infatti che un cambiamento, o un evento specifico nella vita del bambino, possano innescare la patologia: l’inizio di una nuova scuola, l’arrivo di un fratellino, lo spannolinamento, il cambio di città…
In bambini con deficit dell’attenzione, o iperattività, lo stress può rivelarsi peggiorativo per la comparsa del bruxismo, come pure nel caso di bambini che già soffrono di disturbi del sonno (pipì durante la notte, sonnambulismo, sonniloquio)
– fattori legati a patologie del cavo orale come malocclusioni, ipertrofia delle adenoidi e/o delle tonsille, macroglossia (ingrossamento del volume della lingua) che, nei soggetti affetti da disturbi del neurosviluppo o da sindrome di Down, possono portare alla comparsa del bruxismo.
– In molti pazienti con bruxismo si considera anche il fattore genetico, poiché nel 50% dei casi circa, è confermata la presenza di un familiare stretto con la medesima patologia, sebbene a oggi non si siano identificati fattori di rischio correlati.
Poiché il fenomeno del bruxismo è riconducibile a molte cause non è sempre considerato patologico, pertanto non sempre necessita di una cura medica.
Se consideriamo infatti un bambino che manifesta il sintomo solo occasionalmente la notte e che non riporta alcun tipo di problematica su bocca e corpo, possiamo tranquillamente consigliare ai genitori di monitorare il bambino. È importante non mancare le normali visite di igiene professionale e i controlli dal dentista di fiducia che potrà verificare lo stato di salute dei denti e della bocca del piccolo, in particolare quando eromperanno i primi incisivi e molari permanenti per evitarne l’usura e valutare se sia necessario proteggerli.
In ogni caso il bruxismo occasionale non deve destare preoccupazione nel genitore perché può esser considerato come una fisiologica risposta allo stress che a poco a poco scompare con la crescita.
Sarà invece nei casi di bruxismo patologico che andranno indagate le cause per valutare come procedere per ridurre il digrignamento.
Tendenzialmente nel bambino si interviene quanto gli episodi di bruxismo si intensificano e si manifestano per lunghi periodi, nel caso di usura dentale, magari anche accompagnata da tensioni muscolari e difficoltà ad aprire la bocca o respirazione difficoltosa durante il sonno.
L’approccio consigliato è molto spesso multidisciplinare con il coinvolgimento di pediatra, otorinolaringoiatra o psicologo poiché le cause scatenanti possono essere diverse, e perché la riduzione dello stress molto spesso passa per piccole modifiche nelle abitudini del bambino.
Se per esempio il bambino manifesta problematiche del sonno associate al bruxismo potrebbe esser consigliabile evitare che assuma bevande con teina o caffeina.
Se è presente ipoventilazione notturna a causa di tonsille e adenoidi ipertrofiche, sarà opportuno rivolgersi a un otorinolaringoiatra per eseguire approfondimenti diagnostici che determineranno la terapia più adeguata.
Nel caso di una fonte di stress definita e legata a una condizione di disagio del bambino si può valutare un consulto con uno psicologo che potrebbe fornire un approccio utile ad alleviare la causa dell’ansia.
Chiaramente, laddove la bocca del bambino sia interessata da un progressivo stato di usura dentale, è importante che il medico dentista, dopo le opportune indagini, definisca un piano di trattamento con un dispositivo che protegga i denti dallo sfregamento continuo. Oggi è possibile intervenire con i bioattivatori, specifici apparecchi morbidi adattati alla specifica forma delle arcate e all’occlusione del bambino che vengono regolati dall’odontoiatra per ridurre gli effetti meccanici sulla superficie dentale.
Questi speciali dispositivi consentono di intervenire a livello neuro-muscolare, occlusale e posturale, riequilibrando globalmente la postura e la crescita dell’intero apparato buccale, ripristinando la corretta respirazione nasale e la posizione linguale durante la deglutizione in modo mini-invasivo con forze leggere. I bioattivatori sono solitamente ben tollerati anche in bambini molto piccoli e sono privi di ancoraggi fissi sui denti da latte che possono pertanto seguire il loro naturale ciclo di sostituzione con i denti definitivi. I bioattivatori, specificamente conformati, sono utilizzabili anche dai bambini che stanno eseguendo una terapia ortodontica con apparecchio fisso.
In caso di patologie diagnosticate come le apnee ostruttive del sonno (OSAS) è possibile inoltre utilizzare dei dispositivi bioattivatori specifici, spesso associati all’espansore rapido del palato che favorisce l’aumento della pervietà delle vie aeree.
Ci sono tuttavia alcuni piccoli accorgimenti che possono aiutare in modo naturale, senza la somministrazione di farmaci, il bambino a gestire i fattori coinvolti e all’origine del bruxismo:
In tutti i casi consigliamo vivamente di effettuare sempre una visita con l’odontoiatra per diagnosticare in modo preciso il problema e valutare l’approccio migliore per la sua gestione.
La dottoressa Pamela Parolin è medico odontoiatra perfezionata in chirurgia e parodontologia con master di II livello in Implantologia osteointegrata e in Sedazione ed emergenze odontoiatriche.
Nel tempo, la passione e la naturale attitudine a relazionarsi con i bambini, l’ha portata a specializzarsi in Odontoiatria pediatrica, sviluppando un particolare e specifico approccio rivolto al piccolo paziente
Due realtà che operano da oltre 30 anni fianco a fianco per la salute orale di adulti e bambini.
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