la bocca nel bambino

Dai primi dentini ai denti permanenti. Lo sviluppo della bocca nel bambino

Con la dottoressa Pamela Parolin – dentista pediatrico del nostro Centro Ortodontico parliamo di sviluppo e crescita dei denti nel bambino, perché è importante conoscere come avviene la dentizione così da gestire al meglio un momento che può essere difficile per il neonato, e quindi per i genitori.

“Perché mio figlio è agitato, ha tanta saliva e ha la febbre? …possono essere i denti?”
“Il mio invece ha un anno e non ha ancora i denti …devo preoccuparmi?”

Sono domande e dubbi che molti genitori hanno nel primo anno di età dei loro figli.

Dottoressa, come avviene la crescita dei denti da latte nel bambino?
Tra i 6 mesi e i 2 anni e mezzo avviene il fenomeno della dentizione decidua (20 denti in totale).

I primi a comparire sono gli incisivi inferiori (attorno ai 5-6 mesi), seguiti dagli incisivi superiori e incisivi laterali (9-12 mesi). Compaiono poi i canini (16-23 mesi), i primi molari (14-23 mesi) e per finire i secondi molari (25-33 mesi).

Ci possono essere però delle variazioni nell’ordine di eruzione e nei tempi, per cui non è infrequente che il primo dentino fuoriesca dalla gengiva già nei primissimi mesi o anche dopo il primo anno. Niente paura quindi!

Spesso, il bambino che sente queste piccole novità in bocca prova fastidio alle gengive che appaiono rosse e infiammate. Può risultare più facilmente irritabile, perdere molta saliva e portare tutto quello che trova alla bocca. Più controversa sembra invece l’associazione con febbre ed episodi di diarrea, forse legati anche alle variazioni di alimentazione e abitudini di vita che il bimbo si trova a vivere nello stesso periodo.
Offrite al bimbo giocattoli morbidi e freddi, studiati appositamente per essere mordicchiati e tenuti in bocca, o passate delicatamente una garza pulita imbevuta di acqua fredda. Questo diminuirà la sensazione di fastidio alle gengive donandogli sollievo.
Se vediamo degli spazi tra un dente e l’altro? Meglio! I denti permanenti infatti saranno molto più grandi dei corrispettivi decidui e, forse, ci saranno meno probabilità di affollamento in arcata.

E la perdita dei primi dentini?

Dopo un periodo di tregua intorno ai sei anni del bambino si ricomincia!

Gli incisivi inferiori sono i primi ad andarsene, con grande gioia dei bimbi che tra fatine e topolini possono racimolare i primi gruzzoletti. Essi sono sostituiti dagli incisivi definitivi seguiti, più o meno nello stesso periodo, dai primi molari permanenti: i dentoni grandi e con profondi solchi che si vedono alla fine dell’arcata.
Attenzione: questi denti sono molto difficili da pulire e più esposti al rischio di carie precoce. Il dentista pediatrico, in questo caso può consigliare se è opportuno fare le sigillature: resine sottilissime, ma molto resistenti, che si applicano sui solchi perfettamente puliti dei molari e premolari con lo scopo di prevenire la carie.
Seguono gli incisivi laterali (7-9 anni), poi i canini (9-12 anni), i primi premolari (10-12 anni) e i secondi premolari (10-13 anni). Attorno ai 12-13 anni erompono in ultima posizione anche i secondi molari.

Ma va sempre tutto così liscio?

Ovviamente la risposta è “Non sempre!”.
Tante infatti sono le variabili che si possono presentare.

Tra queste il classico caso del dente in seconda fila: il dente deciduo non molla il suo posto e il permanente è costretto a erompere altrove, spesso più all’interno. Quindi che fare?
Se il dente da latte non dà segni di cedimento imminenti ci pensa il dentista pediatrico che con modi gentili e senza dolore lo estrae. Spesso è poi sufficiente la spinta della lingua a riportare il dente permanente in arcata.

Altre volte il permanente tarda ad arrivare, si aspetta, si aspetta, ma niente…

Anche in questo caso è utile rivolgersi al dentista pediatrico che può suggerire di fare una radiografia panoramica (se non è già stata fatta verso i 6-7 anni del bambino) che può evidenziare denti sovrannumerari (denti in più) che ostacolano il normale percorso dei definitivi o che addirittura erodono le radici dei denti vicini.
Altre volte il dente potrebbe essere ritenuto nell’osso.
In questi casi un approccio prima chirurgico e poi ortodontico (un apparecchio) può risolvere il problema.
E se il dente non ci fosse proprio? Si parla in questo caso di agenesia.
Può accadere ancora che il dente da latte rimanga in infraocclusione: ovvero non accenni a cadere e si posizioni più in basso rispetto a tutti gli altri denti che invece dondolano e cadono perché sostituiti dai permanenti. Col passare del tempo questi ultimi possono anche crescere e inclinarsi tanto da scavalcare il dente da latte che rimane così bloccato.

È dunque importante non sottovalutare l’errata posizione dei denti da latte perché può portare ad affollamenti, o all’alterazione del normale posizionamento dei denti permanenti nell’arcata.

Dottoressa, i denti da latte cariati si devono curare?

Una carie può causare dolore e difficoltà a masticare, fino ad approfondirsi e arrivare alla polpa provocando un ascesso. È quindi indicato ricostruirlo con delle otturazioni in resina composita.
Ricordiamoci che è importante curare sempre le carie, soprattutto dei molari decidui, anche per evitare di perdere precocemente il dente da latte che, lasciando uno spazio vuoto, inviterebbe i denti vicini a spostarsi per chiuderlo, sottraendolo così al futuro dente permanente. Se invece il dente è troppo cariato, e impossibile da ricostruire, viene estratto, e si valuta la possibilità di utilizzare un mantenitore di spazio.

Il mio suggerimento è comunque di prevenire sempre la carie! Come?

Pulendo bene i denti dopo i pasti con spazzolino e filo interdentale, usando dentifrici al fluoro, curando l’alimentazione, facendo visite di controllo regolari dal dentista, aiutandosi con sigillature e specifiche lacche a protettive se necessario!